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Mobile Phone Forensics. L’evoluzione tecnologica che rende i dispositivi mobili sempre più evoluti e performanti e la crescente interoperabilità tra device mobili, rete telefonica e rete internet, fa sì che tali dispositivi siano coinvolti sia in crimini tradizionali, che elettronici. E’ ovvio, dunque, che le informazioni in essi contenute, destino particolare interesse per le indagini della Magistratura. Ma proprio la crescente capacità di tali dispositivi li rende capaci di contenere una grande quantità di informazioni classificabili, essenzialmente, in due macro categorie:
Esistono diverse modalità di acquisizione delle informazioni dai dispositivi per la successiva analisi. La più semplice prevede l’uso di un software dedicato che invierà comandi al telefono cellulare e riceverà risposte contenenti le informazioni in esso contenute. |
Il vero problema è che, a causa della grande varietà di dispositivi disponibili sul mercato, non esiste un’applicazione standard che vada bene per tutti i cellulari e relative specificità hardware e software. Può accadere inoltre, ad esempio, che pur in presenza di telefoni cellulari di uno stesso produttore, un semplice cavo dati vada bene per uno e non per l’altro. E’ evidente, dunque, che un software progettato per interfacciare ed interagire con uno specifico modello di telefono cellulare, non sia in grado di funziona con un modello differente. La conclusione è evidente: ogni modello di telefono deve essere trattato in maniera differente. Tale affermazione però, nell’ambito di attività forensi, determina uno scenario piuttosto complesso. Al fine di poter utilizzare le informazioni prodotte dal dispositivo come prova è necessario che i metodi utilizzati per acquisirle siano in grado di garantire l’inalterabilità della memoria e quindi dei dati in essa contenuti. In sostanza, esattamente ciò che è più ampiamente descritto nella cosiddetta computer forensics. |